Le tecniche psicocorporee in terapia

Solo apparentemente il somatico e l’immaginario si collocano ai poli opposti dell’attività psichica.

Nella grande varietà delle terapie immaginative non è assente un corpo immaginativo, che secerne immagini attraverso la postura, la mimica, la gestualità. Ancor più è presente un immaginario somatico, dove le immagini acquistano lo spessore fisico di fremiti, contratture, allentamenti. Il corpo è l’habitat dell’inconscio e l’estensione fisica dell’immagine segna il divario tra l’immaginazione creativa e la fantasticheria improduttiva.

Le evidenze scientifiche dell’interazione ambiente-mente-corpo sono una fonte di ispirazione per lo sviluppo di tecniche corporee che mirano al benessere psico-fisico dell’essere umano, visto come un Unico in cui aspetti neuro-fisiologici si modificano a seguito di esperienze ambientali e corporee e viceversa.

Psicologia e psicoterapia utilizzano tecniche che agiscono su aspetti corporei che possono diventare disfunzionali a carico del sistema endocrino, della risposta immunitaria e/o infiammatoria dell’organismo, del normale funzionamento intestinale.

Grazie alla Mindfulness possiamo nutrire e allenare la nostra capacità di stare al mondo e vivere pienamente il presente del corpo, sentirci consapevolmente incarnati. Nella proposta della dottoressa Bianchi Mian, alcune pratiche di meditazione sensoriale si sposano con l'immaginazione attiva per gustare ogni senso nella pienezza di colori, sapori, suoni, odori. Utile per chi lavora con adulti e bambini.

In ogni momento della nostra vita il corpo muovendosi si esprime, “parla” con il suo proprio linguaggio, con sue proprie regole e dinamiche: ascoltare la sua “voce” è fondamentale nella psicoterapia del movimento per affrontare e far emergere processi di cura. Il linguaggio del corpo come strumento in terapia richiede la conoscenza di sistemi di osservazione del corpo in movimento quali le tecniche basate sull’analisi del movimento di Rudolf Laban (L.M.A, Laban Movement Analysis) l’approccio teorico e metodologico di Judith Kestenberg e dei suoi collaboratori, la Danzamovimentoterapia, la Danzamovimentoterapia informata polivagale, la disciplina del Movimento Autentico. Inoltre fondamentale è l’utilizzo del processo creativo e la costruzione di un “ambiente” facilitante, un luogo sicuro, a sostegno della relazione tra utente e terapeuta, all’interno del quale è possibile esprimere e organizzare i vissuti corporei ed affettivi. Il terapeuta attiva la propria creatività attingendo alla propria capacità di cogliere le vibrazioni emotive presenti in qualsiasi tipo di espressione del cliente quando si muove, nei suoi ritmi, forme, qualità ed individuando modalità d’intervento e risposta conseguenti, in modalità di co-costruzione del processo e di alleanza reciproca.

La psicoterapia che utilizza il movimento del corpo può essere usata con massima efficacia per intervenire a livello profondo, poiché ci si ricollega ai vissuti profondi iscritti nella memoria corporea, alle memorie implicite. Potenzialmente utile nell’individuare stati polivagali che la persona attiva in determinate situazioni. Tutto il processo di osservazione, di comprensione e di restituzione che il terapeuta attiva nei modi appropriati alle diverse situazioni, può potenzialmente avere un profondo valore curativo in quanto permette di portare alla coscienza del paziente le sue proprie esperienze di movimento, attraverso l’attivazione della capacità di tracciamento /tracking del proprio movimento e compiendo collegamenti affettivi profondi poter poi attivare processi trasformativi. Per raggiungere tale risultato il terapeuta crea un rapporto empatico profondo, fungendo da “cassa di risonanza” al mondo interno del paziente, alle sue emozioni nascoste. È essenziale in questo setting che il terapeuta attivi la propria capacità di autosservazione ed ascolto delle proprie dinamiche psichiche, corporee e di movimento, e si confronti quindi con la capacità di leggerle ed elaborale a favore della comprensione del paziente. Cosi come si accinga a riconoscere e comprendere le proprie" coreografia di risposta" mosse /danzate o avvertite nel corpo relative ai vissuti suscitati dall’osservazione dei movimenti della persona o del gruppo di persone con cui lavora, proprio alla luce delle teorie e metodologie specifiche riportate sopra.

L'intervento si concentrerà sull'esplorazione del potenziale terapeutico dello yoga e sulle sue applicazioni innovative nel contesto della terapia psicologica moderna.

Durante la mia presentazione, condividerò alcune pratiche dello yoga tradizionale, tra cui meditazione e tecniche di respirazione, utilizzate a fini terapeutici. Esporrò esperienze pratiche e casi studio che dimostreranno l'efficacia di queste pratiche nel migliorare la salute mentale, ridurre lo stress e alleviare il dolore cronico. Analizzerò anche come l'integrazione di queste tecniche nel contesto clinico possa portare a risultati positivi nei pazienti affetti da una varietà di condizioni.

Inoltre, discuterò delle tecniche yogiche specifiche che hanno dimostrato di essere particolarmente efficaci nella gestione del dolore, nel miglioramento della flessibilità e nella riduzione dello stress. Presenterò anche approcci innovativi che integrano lo yoga nei protocolli di trattamento tradizionali, offrendo nuove prospettive sulla cura personalizzata e olistica.

La mia presentazione sarà arricchita da esperienze pratiche in cui gli utenti avranno l'opportunità di partecipare attivamente a sessioni di meditazione guidata e di apprendere tecniche di respirazione specifiche. Mi auguro che questo intervento di esplorazione della terapia yogica possa aprire la strada a nuove possibilità nel campo della medicina e del benessere.

L'importanza del lavoro in psicoterapia a livello corporeo è ormai consolidata, anche se molto spesso le modalità di intervento (e gli obiettivi per cui vengono applicate) sono ancora ristrette e molti colleghi fanno fatica ad inserirle nella propria pratica. In questo seminario vedremo che ci sono molte modalità in cui è possibile lavorare con e attraverso il corpo, in modo pratico e con rilevanti riscontri clinici a più livelli, tra cui: individuando e agendo sugli schemi posturali e motorii che influenzano la definizione dell'identità e i meccanismi di auto-regolazione;  favorendo i meccanismi che connettono la libertà di movimento corporeo, la percezione della sofferenza (fisica e mentale) e la fluidità dei processi mentali ed emotivi; lavorando sulle memorie somatiche 'registrate' a livello periferico (ad es. negli organelli tendinei che mantengono una certa postura dopo un trauma, oppure nei punti di tensione o densificazione mio-fasciale dovuti allo stress cronico) o a livello del sistema nervoso centrale (favorendo i processi di riconsolidamento della memoria cosi come il cambiamento a livello epigenetico).
Per comprenderne i meccanismi e agire in modo pratico e mirato vedremo una selezione di riferimenti scientifici multi-disciplinari, spezzoni di casi clinici e le relative tecniche utilizzate. Alcune tecniche verrano provate in diretta durante il seminario. 

Il trauma va a colpire il sistema psicocorporeo nelle sue caratteristiche funzioni di base: la connessione e la regolazione, a loro volta strettamente collegate dal principio di polarità-bilanciamento. Sulla base del funzionamento del sistema nervoso autonomo e della memoria corporea, o implicita, verranno offerti alcuni esempi di lavoro tratti dal patrimonio dell'approccio bioenergetico alla psicoterapia del trauma.

E’ sorprendente quanto sia difficile contenere le emozioni gioiose nel corpo quanto le emozioni dolorose. La pratica di Somatic Experiencing, sviluppata da Peter Levine, aiuta a capire che questo fenomeno non dipende tanto dalla natura dell'emozione (spesso riferita in termini colloquiali come ‘positivo’ o ‘negativo’ per intenderci) ma dal livello di attivazione che l’emozione provoca nel sistema nervoso. Quindi una gioia intensa può risultare altrettanto sopraffacente quanto un dolore straziante, con il risultato che attiva le stesse risposte difensive per renderlo tollerabile. Assistiamo non solo da terapeuti ma anche come persone umane a fenomeni di ‘acting out’ o ‘acting in’, comportamenti distruttivi mirati a distruggere la situazione e/o relazione che ha provocato la gioia e togliere quindi la fonte delle sensazioni intollerabili, con conseguenze però talvolta devastanti sulla vita stessa.

Da arteterapeuta che lavora in modo somatico, ascolto i miei pazienti che, confusi e scioccati, mi riportano il fenomeno: “questa settimana dovrei stare bene, sono successe tante cose belle, ma non riesco a dormire. Ho una sensazione terribile, come un pugno che mi stringe lo stomaco. Ho la schiena tesa con la sensazione che ci sia qualcosa dietro che mi sta per assaltare.”

Attingendo ai concetti sottostanti alla tecnica dell’espansione dell’emozione (Selvam, 2022) e alla tecnica della Sagoma Corporea (Della Cagnoletta, 2020), lo scopo di questo breve intervento è di offrire una piccola esperienza vissuta somatica per avvicinarci alla possibilità di sentire e distinguere fra le sensazioni e le emozioni che emergono nel corpo. Sperimenteremo insieme una tecnica semplice e facilmente riproducibile per facilitare nostri utenti a dare forma e colore in modo contenibile e tollerabile a ciò che provano nel proprio corpo. Nella mia pratica clinica, ho trovato questa modalità utile soprattutto con gli adolescenti che faticano a parlare della propria emotività, ma anche con adulti che soffrono di ansia cronica o sensi di colpa divoranti, che si difendono dalle sensazioni corporee provocate dalla loro emotività attraverso stati di contrazioni muscolari cronici.

Della Cagnoletta, M. (2020). L’immagine corporea e il body tracing. In R. Semeraro (Ed.), Colorati di Natura (pp. 147–159). Magenes-Kiwi.
Selvam, R. (2022) The Practice of Embodying Emotions: A Guide for Improving Cognitive, Emotional, and Behavioral Outcomes, North Atlantic Books.

N. B. Materiale necessario per l’esperienza :

1. scegliere una delle sagome allegate e stamparne 2 copie, cadauno grandezza A4. In alternativa, si può disegnare a mano libero 2 sagome di un corpo su due fogli separati A4.
2. materiali colorati per disegnare a propria scelta: matite colorate, pennarelli, pastelli ad olio/cera ecc.

Il lavoro di psicoterapeuta porta al confronto costante con situazioni di dolore e angoscia. Nonostante il terapeuta sviluppi una soglia di tolleranza elevata nei confronti di situazioni che occasionalmente o cronicamente possono mettere a repentaglio il suo equilibrio psicologico, nondimeno il rischio di essere seriamente coinvolto nelle esperienze traumatiche delle persone che supporta deve essere tenuto in considerazione. Questo libro dal taglio pratico si presenta come un workbook per terapeuti, identificando le proprie difficoltà con i pazienti, riconoscendo i segnali di allarme, e utilizzando strategie regolatorie per proteggersi e gestire il controtrasfert.

Infinite pratiche e approfondimenti teorici, fin dalla notte dei tempi, si sono occupati di sottolineare l'importanza della respirazione e più in generale della centralità del corpo nell'ottenimento della salute psicofisica.
Obiettivo dell'incontro sarà la presentazione e la sperimentazione diretta di alcuni tra i più interessanti approcci mirati alla valorizzazione della funzione respiratoria e del rilassamento muscolare  in funzione della regolazione emotiva e del buon funzionamento del sistema nervoso.