Master Training in Play Therapy cognitivo-comportamentale
50 ECM
senza necessità di partecipare alle dirette
Direzione scientifica: MARIA A. GERACI
Coordinamento didattico: FRANCESCA ROMANA D'ANGELO
Il training dura 10 mesi per un totale di 70 ore
Accesso alle registrazioni per 12 mesi all'interno della propria area riservata
Audio in originale e con traduzione simultanea in italiano per le relatrici straniere
ECM validi per il triennio 2023-2025, da conseguire nel 2024 al termine del Master ed entro il 31/12/2024
Le iscrizioni al Master sono aperte fino al 31 marzo 2024
Il programma è accreditato dalla Cognitive Behavioral Play Therapy e ne soddisfa i requisiti e gli standard di formazione.
La Play Therapy Cognitivo-Comportamentale è un approccio di psicoterapia per l'età evolutiva rivolta ai bambini, anche prescolari, e ai loro genitori, e rappresenta un possibile percorso di psicoterapia per intervenire sul disagio psicologico emergente. Nello specifico prevede l'uso terapeutico del gioco, che viene utilizzato per aiutare il bambino ad imparare come funziona il mondo, ad apprendere come relazionarsi con gli altri, a capire come affrontare le difficoltà e a trovare le possibili soluzioni. Questo training ha l'obiettivo di addestrare lo psicoterapeuta, anche in formazione, ad un coinvolgimento diretto del bambino con diverse problematiche, nel processo terapeutico. Il modello di intervento prevede incontri con momenti di gioco non strutturato e momenti di gioco strutturato con attività specifiche volti ad aiutare il bambino ad apprendere un comportamento alternativo che lo aiuti a superare il suo problema e ad utilizzare ciò che ha appreso durante le sessioni ad altri contesti. E' fondamentale il momento di confronto con i genitori al fine di raccogliere informazioni sui progressi del bambino e ad aiutarli a utilizzare al meglio ciò che è stato appreso durante la terapia.
Questo programma di formazione fornisce una formazione teorica ed esperienziale. che mira a sviluppare le competenze di un professionista che vuole utilizzare la Play Therapy Cognitivo-Comportamentale nella pratica clinica.
PROGRAMMA
MODULO 1
I) Introduzione alla play therapy cognitivo-comportamentale
Docente: Maria A. Geraci
Durata: 4 ore
II) La terapia cognitivo-comportamentale in età evolutiva
Docente: Francesca Pergolizzi
Durata: 4 h
MODULO 2
Modello teorico di base della play therapy cognitivo-comportamentale
Docente: Susan M. Knell
Durata: 3 h
MODULO 3
Il modello della Concettualizzazione del caso nella play therapy cognitivo-comportamentale
Docente: Maria A. Geraci
Durata: 8 h
MODULO 4
Aspetti applicativi della Concettualizzazione
Docenti: Susan M. Knell e Meena Dasari
Durata: 1 h
MODULO 5
La costruzione del setting e dei momenti strutturati e non strutturati di gioco
Docenti: Maria A. Geraci e Susan Knell
Durata: 8 h
MODULO 6
Uso dei Puppets nella play therapy cognitivo-comportamentale
Docente: Maria A. Geraci
Durata: 3 h
MODULO 7
Uso dello Storytelling Terapeutico nella play therapy cognitivo-comportamentale
Docente: Maria A. Geraci
Durata: 3 h
MODULO 8
Uso delle Arti Espressive nella play therapy cognitivo-comportamentale
Docente: Maria A. Geraci
Durata: 3 h
Docente: Francesca Romana D'Angelo
Durata: 6 h
MODULO 10
La definizione degli obiettivi terapeutici
Docente: Maria A. Geraci
Durata: 8 h
MODULO 11
Applicazioni cliniche
Docenti: Susan M. Knell e Meena Dasari
Durata: 3 h
MODULO 12
L'Intervento di Play Therapy Parent Training
Docenti: Maria A. Geraci e Susan M. Knell
Durata: 8 h
MODULO 13
Protocolli di ricerca nella play therapy cognitivo-comportamentale
Docente: Ornella Argento
Durata: 8 h
Formatrici
Susan M. Knell, Maria A. Geraci, Francesca Pergolizzi, Meena Dasari, Ornella Argento, Francesca Romana D'Angelo
Struttura
Il training è organizzato in 13 moduli, per un totale di 70 ore di formazione in FAD.
Partecipanti
Psicologi, psicoterapeuti e medici con specializzazione in psichiatria, psicoterapia e neuropsichiatria infantile.
L'attestato, per chi avesse i prerequisiti, è valido per l'acquisizione del titolo di Practitioner Cognitive Behavioral Play Therapy.
Titolo rilasciato
Attestato di professionista formato in Play Therapy Cognitivo-Comportamentale.
Modalità di fruizione delle lezioni
Le lezioni in FAD possono essere seguite quando il/la partecipante preferisce: l'ordine proposto è consigliato dalle formatrici in quanto permette di seguire il percorso formativo al meglio, ma non è obbligatorio.
Le iscrizioni al Master sono aperte fino al 31 marzo 2024.
Se vuoi acquistare il master a rate, scrivi ad assistenza@psicologia.io
Docente: Maria A. Geraci
Questo incontro analizza il paradigma della Play Therapy e l’assunto di base su cui si fonda. Attraverso il gioco il terapeuta ha la possibilità di interagire e intervenire sui processi di sviluppo di un bambino. Verranno affrontati i diversi orientamenti teorici, che dagli anni 30 del secolo scorso, si sono costantemente interessati ai fattori curativi del gioco esaminando da vicino tutti gli aspetti che lo rendono un agente terapeutico per il cambiamento. L’obiettivo dell’incontro è quello di spiegare i fattori terapeutici del gioco definiti come forze invisibili ma potenti, risultanti dalle interazioni di gioco (terapeuta-bambino) che contribuiscono al successo nell’aiutare il bambino a superare le difficoltà. Una maggiore comprensione di questi meccanismi di cambiamento consentirà al professionista di applicarli in modo più efficace per soddisfare le esigenze particolari del caso clinico.
Inoltre, verranno affrontate le origini della play therapy cognitivo-comportamentale e le intuizioni di S. M. Knell che ha adattato i principi della CBT con gli adulti ai bambini e ha integrato l’approccio della CBT alla play therapy fondando la Cognitive Behavioral Play Therapy (CBPT), tradotta in italiano play therapy cognitivo-comportamentale. Questo approccio combina il gioco con pensieri e comportamenti adattivi al fine di aiutare i bambini a sviluppare strategie di coping efficaci per affrontare i problemi.
Docente: Francesca Pergolizzi
Questo incontro analizza l’importanza di usare una terapia basata sull’evidenza anche nel campo della psicoterapia dell’età evolutiva. Oggi, la discussione sui bambini e sull’applicazione della CBT si è incentrata su come insegnare ai bambini concetti originariamente progettati per gli adulti. C’è consenso sul fatto che le terapie cognitive comportamentali somministrate a bambini e adolescenti dovrebbero essere sensibili allo sviluppo. Tuttavia, rimangono una serie di domande su come progettare la terapia cognitivo-comportamentale in età evolutiva. Nello specifico, il professionista avrà la possibilità di visionare il confronto tra diversi autori che hanno ragionato su considerazioni inerenti allo sviluppo che sfidano alcuni presupposti teorici del modello di trattamento CBT. Il professionista avrà modo di apprendere come i bambini possano incontrare difficoltà, legate allo sviluppo, nell’utilizzo di tecniche CBT tipicamente basate su interventi verbali, e come questo potrebbe non accadere con tecniche CBT mediate da interventi esperienziali utilizzate nella terapia di gioco. La terapia di gioco nella CBT riconosce nei fattori terapeutici del gioco il superamento dei limiti legati ad un intervento non appropriato allo sviluppo e organizza e prova sempre meglio l’efficacia dell’intervento CBT in età evolutiva.
Docente: Susan M. Knell
Questo modulo definisce la Cognitive Behavioral Play Therapy (CBPT) come un adattamento evolutivamente sensibile della Cognitive Behavioral Therapy (CBT). La CBT è un trattamento consolidato per adolescenti e adulti, volto a modificare i modelli negativi di pensiero che causano emozioni negative e comportamenti disadattivi. La play therapy cognitivo-comportamentale è progettata specificamente per i bambini di età compresa tra
2½ e 8 anni e sottolinea l'uso del gioco per fornire strategie CBT efficaci. Poiché il gioco è un processo naturale nei bambini piccoli, il bambino è in grado di partecipare attivamente all'acquisizione delle strategie. Pertanto, le tecniche possono essere insegnate e comunicate in modo accattivante e accessibile. Il modeling viene spesso utilizzato per comunicare interventi, ma vengono utilizzati anche altri metodi. Il trattamento infatti, include una vasta gamma di metodi di intervento cognitivo e comportamentale. Inoltre, la play therapy cognitivo-comportamentale insegna la generalizzazione dei comportamenti adattivi appresi ad altri contesti e incorpora tecniche di prevenzione delle ricadute. Nel complesso, il trattamento è sia strutturato che non strutturato, in modo da consentire un equilibrio tra collaborazione attiva e apprendimento spontaneo. Saranno poi esplorate somiglianze e differenze tra i vari approcci terapeutici del gioco. Infine, verranno utilizzati molti esempi di casi per dimostrare sia la messa in atto che l'efficacia della play therapy cognitivo-comportamentale.
Docente: Maria A. Geraci
Questo incontro affronta il delicato tema della Concettualizzazione del Caso. È importante sottolineare che la concettualizzazione del caso nella Play Therapy Cognitivo-Comportamentale si basa su una teoria di evidenza basata sulla CBT e differisce dalla concettualizzazione del caso con altre tipologie di play therapy basate su fondamenti teorici diversi. Nella Play Therapy Cognitivo-Comportamentale la Concettualizzazione del Caso viene avviata integrando i dati dell’assessment (misure dirette e indirette) con un focus sui comportamenti clinicamente rilevanti, utilizzando il modello teorico di riferimento. Questa è finalizzata ad un efficace pianificazione del trattamento e fornisce la logica e la struttura per sviluppare e stabilire le priorità degli obiettivi del percorso terapeutico. La Concettualizzazione del Caso inizialmente si focalizza sul presenting problem(s) e collega i fattori individuali, relazionali e ambientali del bambino ai problemi riscontrati dai genitori. Il presenting problem(s) è il motivo per cui il genitore o la famiglia cercano la CBT per il loro figlio e viene analizzato descrivendo i comportamenti, concettualizzati come azioni osservabili che interferiscono con lo sviluppo o il funzionamento generale. Il professionista avrà la possibilità di esercitarsi usando la tabella della concettualizzazione e della definizione degli obiettivi terapeutici creata appositamente per facilitare il processo terapeutico.
Docenti: Susan M. Knell e Meena Dasari
Questa lezione FAD affronta gli aspetti applicativi della concettualizzazione del caso nella play therapy cognitivo-comportamentale. In primo luogo, verranno esaminati i fattori individuali per ogni bambino. Verranno prese in considerazione le prime esperienze, lo stile di attaccamento, il temperamento, lo sviluppo (comprese le pietre miliari dello sviluppo), l'organizzazione delle convinzioni, le abilità di gioco e i punti di forza individuali. Successivamente, verranno esaminati i fattori relazionali e ambientali, tra cui la famiglia, lo stile genitoriale, la scuola, le relazioni tra pari e la diversità umana/il contesto culturale. Il presenting problem(s) è esplorato analizzando le emozioni, i pensieri, le sensazioni fisiche e le strategie di coping. Tenendo presente tutti questi fattori, saranno affrontate importanti considerazioni per la progettazione di un piano di trattamento di play therapy cognitivo-comportamentale e ipotesi cliniche. Verranno esaminati gli ostacoli al trattamento e i fattori
di mantenimento legati a casi specifici di bambini. Infine, verrà presentato un caso affinché il professionista consideri e utilizzi il foglio di lavoro di concettualizzazione del caso come un modo per consolidare l'apprendimento su tale tema.
Docenti: Maria A. Geraci e Susan Knell
In questo incontro si affronterà il tema della costruzione del setting nella play therapy cognitivo-comportamentale. Solitamente il setting è strutturato nella stanza dei giochi, all’interno della quale si trovano materiali e giocattoli tradizionali di play therapy che possono essere utilizzati sia direttamente che metaforicamente. È fondamentale che i giochi siano visibili e facilmente accessibili al bambino. Deve essere curato l’aspetto della “prevedibilità”, con i giochi tenuti nello stesso posto in modo che il bambino sappia dove si trovino da una sessione all’altra. Se il bambino sta lavorando ad un progetto o ad altri documenti (ad es. immagini, libri individuali e auto- creati), è importante che il terapeuta e il bambino abbiano un luogo sicuro dove conservare questi materiali fuori dalla portata di altri bambini. Il professionista comprenderà l’importanza dell’equilibrio tra gioco strutturato e gioco non strutturato e il concetto di seamless che caratterizza la play therapy cognitivo-comportamentale. In alcuni casi, la terapia può avvenire al di fuori della stanza dei giochi, in particolare quando i bambini presentano ansie o fobie specifiche, per cui è necessario un trattamento in vivo. In questo caso, vengono selezionati materiali di arti espressive in base alle esigenze dei bambini per consentire l’esposizione graduale e la desensibilizzazione sistematica nel trattare vissuti carichi di emozioni. Per questi bambini, il trattamento può avvenire in un ambiente che assomiglia più da vicino alla situazione temuta.
Docente: Maria A. Geraci
Il questo modulo FAD verranno presentati i puppets come uno strumento da inserire nelle sessioni di play therapy cognitivo-comportamentale. I puppets sono uno strumento ampiamente utilizzato dalle figure che lavorano con i bambini, come terapeuti, psicologi, insegnanti e infermieri, in quanto accessibili e rispondenti ai bisogni e alle capacità del loro sviluppo cognitivo ed emotivo.
L’obiettivo dell’incontro è di formare i professionisti del settore all’uso dei puppets come strumento per modellare i comportamenti e le strategie cognitive dei bambini attraverso interventi cognitivi e comportamentali. Nello specifico, il professionista comprenderà come aiutare i bambini a modificare i pensieri e a modellare i comportamenti per raggiungere gli obiettivi terapeutici stabiliti; avrà conoscenza delle abilità di base necessarie per usare i puppets all'interno della play therapy cognitivo-comportamentale e apprenderà diverse attività con l'uso dei puppets da integrare all'interno del progetto terapeutico.
Docente: Maria A. Geraci
Il questo modulo FAD verrà presentato lo storytelling terapeutico come uno strumento da inserire nelle sessioni di play therapy cognitivo-comportamentale. Lo storytelling terapeutico propone l'utilizzo integrato dell'attività narrativa, del gioco e di interventi cognitivi e comportamentali adeguati allo sviluppo al fine di trasmettere ai professionisti del settore un veicolo per far fronte alle problematiche del bambino in modo non minaccioso, fornendogli l’opportunità di sviluppare capacità di coping più adattive e ripristinare un senso di padronanza del mondo.
Lo storytelling è un'attività naturale per molti bambini ed è un modo efficace per divulgare ciò che pensano e sentono. Questo apre una porta alle pianificazioni degli eventi, fornisce loro speranza per il futuro ed è progettato per aiutare i bambini nell'esplorazione di una vasta gamma di pensieri, emozioni e problemi della vita. Nello specifico, il professionista comprenderà come aiutare i bambini a modificare i pensieri e a modellare i comportamenti per raggiungere gli obiettivi terapeutici stabiliti; avrà conoscenza delle abilità di base necessarie per usare lo storytelling all'interno dell'intervento di play therapy cognitivo-comportamentale e apprenderà diverse attività con l'uso dello storytelling da integrare all'interno del progetto terapeutico.
Docente: Maria A. Geraci
In questo modulo FAD verranno presentate le arti espressive come uno strumento da inserire nelle sessioni di play therapy cognitivo-comportamentale. Per i professionisti del settore è fondamentale saper utilizzare una varietà di tecniche e strumenti per facilitare la comunicazione e l’espressione del bambino.
Le arti espressive prevedono l’utilizzo di strumenti e materiali artistici, come il disegno, il collage, la pittura, la scultura, il modellamento di argilla e plastilina, che rappresentano mezzi d’espressione alternativi e non minacciosi rispetto al parlare apertamente di emozioni, pensieri ed eventi personali. Nello specifico, il professionista comprenderà come aiutare i bambini a modificare i pensieri e a modellare i comportamenti per raggiungere gli obiettivi terapeutici stabiliti; avrà conoscenza della funzione delle arti espressive all'interno dell'intervento di play therapy cognitivo-comportamentale e apprenderà diverse attività con l'uso delle arti espressive da integrare all'interno per progetto terapeutico.
Docente: Francesca Romana D'Angelo
Questo incontro sottolinea l’importante aspetto dell’uso e della scelta di strumenti per l’intervento strutturato. Si analizzerà come nella play therapy cognitivo-comportamentale puppets, animali di peluche, libri, materiali artistici e altri giocattoli siano strumenti utilizzati per modellare i comportamenti e le strategie cognitive dei bambini. Possono fungere da modello oppure verbalizzare capacità di problem-solving o possibili soluzioni al problema, simile a quello del bambino.
In particolar modo verranno approfonditi i tre strumenti presentanti nei moduli FAD: i puppets, lo storytelling terapeutico e le arti espressive. Attraverso questi è possibile modellare i comportamenti adattivi, ascoltare le storie per ottenere informazioni sulle difficoltà, sulle frustrazioni e su aspetti di vita che il bambino ha difficoltà a rivelare apertamente ed infine creare una modalità d’espressione alternativa e non minacciosa rispetto al parlare apertamente di emozioni, pensieri ed eventi personali. L’obiettivo dell’incontro è di formare i professionisti del settore all’uso di questi strumenti che sono più accessibili ai bambini e rispondono ai bisogni e alle capacità del loro sviluppo cognitivo ed emotivo. In particolare, aiutano i bambini a raggiungere la crescita personale e l’elaborazione di un vissuto emotivo. Questo perché consentono l’elaborazione di eventi ed esperienze traumatiche attraverso un mezzo per loro naturale e confortevole.
Docente: Maria A. Geraci
In questo incontro verrà sottolineata la natura strutturata, direttiva e orientata agli obiettivi della play therapy cognitivo-comportamentale. Principalmente, il terapeuta lavora con il bambino e con la famiglia per fissare degli obiettivi e li aiuta a lavorare per raggiungerli. Gli obiettivi sono stabiliti e concordati dopo la fase di assessment e di concettualizzazione del caso e solo successivamente viene ipotizzato l’intervento più idoneo a raggiungerli. Nello specifico, il professionista avrà modo di imparare che a seconda degli obiettivi terapeutici, il terapeuta sceglie gli interventi cognitivi e comportamentali e gli strumenti di gioco più appropriati in base al singolo caso. La scelta degli interventi CBT deve essere valutata attentamente e con la massima specificità possibile. Per prima cosa, va valutato un intervento che rispetti il livello di adattamento allo sviluppo e poi, la tipologia di difficoltà/preoccupazioni o disturbi del bambino. Nella play therapy cognitivo-comportamentale gli obiettivi sono orientati al problema e a determinare qualche
cambiamento nel funzionamento emotivo e sociale dei bambini. L’obiettivo principale della terapia consiste nel fare acquisire al bambino la padronanza e il controllo del problema attraverso l’uso del gioco.
Docenti: Susan M. Knell e Meena DasarI
Questo modulo FAD è organizzato in 5 lezioni. In ogni lezione viene spiegato come utilizzare la play therapy cognitivo-comportamentale con i bambini che hanno specifici disturbi o presenting problem(s). La lezione sull'Ansia da Separazione ha l’obiettivo di identificare gli interventi cognitivi e comportamentali utilizzati nel trattamento e di aiutare il professionista a creare libri con un bambino che ha difficoltà di separazione dai genitori. La lezione sui bambini ansiosi/paurosi oltre a identificare gli interventi cognitivi e comportamentali utilizzati nel trattamento, mira a spiegare come utilizzare la biblioterapia (sia libri pubblicati che libri realizzati con il bambino in terapia) per aiutare questi bambini e a generalizzare, a partire da esempi di casi, l'adattamento della play therapy cognitivo-comportamentale ad altre paure e fobie. La lezione sul Disturbo Ossessivo Compulsivo mira a spiegare come la play therapy cognitivo-comportamentale può essere utilizzata per trattare il disturbo nei bambini piccoli; a spiegare al professionista come utilizzare l'esposizione con prevenzione della risposta con i bambini; a identificare alcuni dei problemi con il trattamento di bambini molto piccoli; e ad utilizzare la biblioterapia come intervento strutturato. La lezione sul Mutismo Selettivo ha l'obiettivo di ampliare la conoscenza dell'uso di approcci al trattamento del mutismo selettivo che tengano conto dei bisogni del bambino in termini di una modalità più direttiva attraverso il modeling. La lezione sui problemi di Toileting ha l'obiettivo di comprendere come la play therapy cognitivo-comportamentale può essere usata nel trattamento dello sporco e di altri problemi di evacuazione/toilette nei bambini; di aumentare la conoscenza dei programmi implementati dai genitori orientati al comportamento rispetto alla play therapy cognitivo-comportamentale e come uno o entrambi possono essere utilizzati; di aumentare la consapevolezza del coinvolgimento del bambino nella terapia e dell'importanza della play therapy cognitivo-comportamentale per problemi legati al controllo, come l’andare in bagno.
Docenti: Maria A. Geraci e Susan M. Knell
La Play Therapy Parent Training è un intervento rivolto ai genitori parallelo al percorso che svolge il bambino e finalizzato al trattamento di diverse difficoltà comportamentali dei loro figli. Lo scopo è quello di strutturare un programma, mediato dall’uso di situazioni di gioco, che permetta ai genitori di instaurare relazioni e abitudini comportamentali e comunicative positive attraverso il modellamento dei comportamenti più adattivi. È organizzato seguendo le tre fasi standard del parent training: la prima fase di introduzione prevede la comprensione del problema, la preparazione al cambiamento e la definizione del problema; la seconda fase introduce diverse tecniche educative, volte a gestire il comportamento del bambino; la terza si concentra sulla generalizzazione e l’utilizzo di tutto ciò che i genitori hanno appreso durante il percorso. Il professionista capirà come istruire i genitori a dare chiare istruzioni, a rinforzare positivamente i comportamenti accettabili, a ignorare alcuni comportamenti problematici, e a utilizzare in modo efficace i limiti. Accanto all’insegnamento di tecniche comportamentali, un passaggio molto importante riguarda l’interpretazione che i genitori fanno dei comportamenti del figlio. Da una parte, i genitori vengono sensibilizzati e aiutati a capire come interagire con il proprio bambino e stimolati ad instaurare delle abitudini comportamentali e comunicative funzionali che sono alla base della costruzione di un rapporto sereno e rassicurante. Dall'altra parte, il percorso di sostegno alla genitorialità
si propone di sviluppare competenze di gestione dei problemi relazionali, al fine di sviluppare in questi un senso di sicurezza e una consapevolezza maggiore.
Docente: Ornella Argento
L’incontro percorrendo la storia delle ricerche scientifiche sulla terapia cognitivo-comportamentale in età evolutiva, sugli studi sulla Play Therapy e sui primi studi effettuati con la play therapy cognitivo-comportamentale in diverse condizioni cliniche e non, andrà a tracciare un percorso tra quanto già fatto e quanto ancora non esplorato sulla play therapy cognitivo-comportamentale. Verranno approfondite criticità attuali e prospettive di sviluppo futuro della ricerca sulla play therapy cognitivo-comportamentale. Verrà approfondita inoltre, la conoscenza degli attuali protocolli di ricerca che tentano di superare le criticità pregresse dando un taglio metodologicamente più aggiornato e preciso. Nello specifico, si andranno ad analizzare gli studi scientifici attuali e la metodologia con la quale sono stati condotti. Un obiettivo rilevante sarà, dunque, quello di ampliare la conoscenza sulle metodologie di ricerca specifiche dei protocolli di play therapy cognitivo-comportamentali che abbiano come target campioni clinici, non clinici e casi singoli. Verrà, infine, tracciato un percorso di definizione di linee guida che orientino la ricerca clinica sulla progettazione di protocolli di ricerca sulla play therapy cognitivo-comportamentale nei contesti ospedalieri e scolastici.
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