Le new addiction dall'assessment al trattamento

La clinica e le ricerche stanno sempre più evidenziando come comportamenti che sono parte della nostra quotidianità quali le relazioni affettive, lo sport, internet, la sessualità e così via possano trasformarsi in forme di dipendenza patologica pur in assenza di una sostanza esterna che entra nel nostro corpo. Questa evidenza porta a rivedere interpretazioni e trattamenti che vedevano centrale il ruolo della sostanza nella costruzione e nel mantenimento di una Addiction. Tuttavia si tratta di patologie che rischiano di essere solo negate non solo dai soggetti stessi ma talvolta rischiano di non essere riconosciute nella loro gravità e nei loro rischi da parte dei professionisti. D’altro canto vi è il rischio che comportamenti del tutto innocui e transitori possano invece diventare oggetto di attenzioni e preoccupazioni del tutto prive di fondamento. Si tratta infatti di fenomeni spesso silenziosi, difficili da diagnosticare, comprendere, ed affrontare in maniera efficace .Ma quale può essere la reale diffusione di tali patologie? Quale il confine tra normalità e patologia? Quali indicatori , strumenti diagnostici e di assesment abbiamo a disposizione e quali sono gli approcci più efficaci nell’affrontare queste problematiche? Il corso si propone non solo di affrontare tali questioni ma anche di offrire uno spazio di confronto e di supervisione con professionisti del settore.

Si presenteranno i dati epidemiologici più aggiornati sulle new addiction, mettendo in evidenza le attuali difficoltà per una rilevazione sistematica degli stessi in considerazione dell’inquadramento nosografico a tutt’oggi non univocamente condiviso nella letteratura internazionale. Si discuteranno gli aspetti psicopatologici più esaurienti e utili ai fini di una diagnosi differenziale.

Si discuterà di come la ricerca abbia ormai da tempo evidenziato una sostanziale sovrapponibilità fra i meccanismi neurobiologici della dipendenza da sostanze e quelli di specifiche new addiction, in particolare del gioco d’azzardo patologico. Nei disturbi di dipendenza da sostanze è noto il ruolo centrale del Sistema della ricompensa e, sul piano neurochimico, dell’aumento dei livelli di Dopamina (DA) indotto direttamente o indirettamente dall’assunzione della sostanza. Le moderne tecniche di neuroimmagine consentono ai ricercatori di studiare l’azione delle droghe e i loro effetti immediati e permanenti sul cervello di assuntori abituali e soggetti affetti da dipendenza, anche comportamentali.

Prescindendo da ogni scuola terapeutica di riferimento, il trattamento delle dipendenze comportamentali affronta alcuni nodi trasversali che persistono e si dipanano durante tutto il periodo della cura. Il primo riguarda le caratteristiche della domanda e della ambivalenza che essa generalmente esprime,connotando significativamente la relazione terapeutica, ed esasperandone alcune problematiche. Il secondo concerne l’ ”interdipendenza relativa” tra l’autonomia della malattia e la problematica di sofferenza personale/interpersonale retrostante,motivo per cui tendenzialmente emerge l’indicazione per un lavoro di equipe. Il terzo nodo è l’intreccio specifico tra la dinamica dell’addiction e l’oggetto specifico del comportamento di dipendenza, che determina percorsi di lavoro che coniugano in maniera originale aspetti più generali e più peculiari. Un quarto nodo è l’eventuale coinvolgimento dei familiari (della famiglia di origine o acquisita), generalmente consigliata. Infine la durata e la “chiusura” del trattamento che non può prescindere dalla valutazione della recidiva.

Sebbene la maggior parte delle ricerche si sia concentrate sui benefici correlati allo sport e all’esercizio fisico rispetto alla promozione di un benessere mentale e fisico, esistono anche casi in cui la partecipazione ad essi può produrre effetti negativi. Uno di questi corrisponde alla dipendenza da esercizio e da sport (Exercise and Sport Addiction). Si tratta di un tema molto interessante, estremamente delicato e che va interpretato con grande cautela, considerando quanto ancora la ricerca su tale argomento debba essere approfondita anche perché spesso condotta su campioni di piccole dimensioni.

Partendo da una definizione e concettualizzazione del topic e dai  primi studi sulla tematica, si passerà alla distinzione tra dipendenza da esercizio fisico primaria e secondaria, ai modelli psicologici principali ad oggi considerati, alle possibilità di assessment e alle proposte di intervento.

Nel corso dei due moduli si daranno degli spunti di analisi della domanda, presa in carico e trattamento delle dipendenze da internet, con particolare riferimento alla dipendenza dai videogiochi. In una prima parte, si forniranno gli elementi clinici e scientifici per inquadrare le domande di aiuto dei pazienti e delle famiglie, inclusi elementi diagnostici e di valutazione. In questo senso, si metterà in discussione il concetto di dipendenza da internet, per passare a parlare di tendenze all’isolamento e disturbo da gaming in base alla fase evolutiva (adolescenza, giovane adultità). Nella seconda parte si parlerà delle criticità della presa in carico di questo tipo di pazienti, che oltre ad una accurata analisi della domanda, richiedono il confronto con aspetti conflittuali e separativi soprattutto in relazione alla figura materna e al percorso formativo. Nella parte finale si discuteranno i temi principali del trattamento, fra sostegno al ruolo genitoriale e ritiro virtuale dei figli. Trasversale all’introduzione dei concetti chiave tramite lezione frontale sarà la discussione di 3 casi clinici su cui si proporrà di esercitarsi ad applicare i concetti introdotti.

Nel corso dei due moduli si daranno degli spunti di analisi della domanda, presa in carico e trattamento delle dipendenze da internet, con particolare riferimento alla dipendenza dai videogiochi. In una prima parte, si forniranno gli elementi clinici e scientifici per inquadrare le domande di aiuto dei pazienti e delle famiglie, inclusi elementi diagnostici e di valutazione. In questo senso, si metterà in discussione il concetto di dipendenza da internet, per passare a parlare di tendenze all’isolamento e disturbo da gaming in base alla fase evolutiva (adolescenza, giovane adultità). Nella seconda parte si parlerà delle criticità della presa in carico di questo tipo di pazienti, che oltre ad una accurata analisi della domanda, richiedono il confronto con aspetti conflittuali e separativi soprattutto in relazione alla figura materna e al percorso formativo. Nella parte finale si discuteranno i temi principali del trattamento, fra sostegno al ruolo genitoriale e ritiro virtuale dei figli. Trasversale all’introduzione dei concetti chiave tramite lezione frontale sarà la discussione di 3 casi clinici su cui si proporrà di esercitarsi ad applicare i concetti introdotti.

Dal 2013 l’APA ha definitivamente sancito la natura di dipendenza patologica del gioco d’azzardo eccessivo e non controllato.

Tale evento ha un valore clinico importante ma anche un valore culturale poiché il DGA (Disturbo da Gioco d’Azzardo) assume la dignità di malattia, di disturbo e non più di vizio, che ha implicazioni morali e di giudizio.

Una malattia, un disturbo psichico pertanto necessitano di essere diagnosticati e per questo esistono criteri ben definiti. Sulla base di questa valutazione si predispone un piano di trattamento individualizzato e una verifica degli esiti.

A tale scopo il Ministero della salute nel 2021 ha decretato delle linee d’indirizzo che possono orientare i clinici nel predisporre degli interventi basati sulle evidenze cliniche e suklle recenti acquisizioni scientifiche al riguardo, per poter garantire livelli di appropriatezza adeguati alle necessità del paziente.

Esistono da almeno un paio di decenni protocolli di trattamento che hanno dimostrato di essere abbastanza efficaci nella interruzione del comportamento compulsivo e nella ristrutturazione dello stile di vita: interventi motivazionali, psicoeducazione, correzione dei Bias cognitivi, individiuazione di gratificazioni alternative al gioco d’azzardo, miglioramento delle abilità di coping, costituiscono l’ossatura dei percorsi di cura per il DGA.

Nel suo intervento, il professor Antonelli tratterà le principali tecniche e strategie per la presa in carico e il trattamento delle diverse forme di dipendenza affettiva e di dipendenza sessuale, soffermandosi particolarmente sull’approccio cognitivo comportamentale standard e di ultima generazione, sia in termini di terapia individuale che di coppia o di gruppo.

La realtà virtuale (VR) come nuovo strumento di intervento per la cura di diversi disturbi psicologici è stata al centro dell’interesse della comunità scientifica internazionale negli ultimi venti anni. La letteratura recente ha evidenziato l'utilità della VR nell’assessment e trattamento delle addiction essendo un approccio metodologico che consente di ricreare una rappresentazione ecologica, realistica degli ambienti triggeranti il craving.

Partendo dalla concettualizzazione delle basi tecniche e teoriche legate alle peculiarità della realtà virtuale e dei processi psicologici sottostanti, ci focalizzeremo sul suo utilizzo nella clinica delle new addiction con riferimento ai dati presenti in letteratura.

Nella prima parte si cercherà di rispondere ai seguenti quesiti: Esiste un trattamento farmacologico delle new addictions? E quando è indicato? Fino a che a punto in realtà, riguarda l’ambito della doppia diagnosi? Nella seconda parte, si tratterà della tecnica conosciuta come Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS), che è diventata uno strumento importante nello studio delle neuroscienze cognitive. Verso la metà degli anni novanta, inoltre, numerose osservazioni hanno dato l'avvio all'utilizzo della rTMS come trattamento terapeutico in ambito neuropsichiatrico, e più di recente nell’ambito delle dipendenze patologiche da sostanze e comportamentali. Verranno presentati i principi, la tecnica e la metodologia di intervento, nonché i risultati dei più recenti studi.

Nel lavoro di supervisione dei “casi” verranno esaminate due situazioni, dedicando un’ora di tempo a ciascuna. Nella prima parte verrà facilitato l’approfondimento della problematica illustrata, invitando i partecipanti a porre domande e a commentare le ipotesi di intervento, anche in considerazione delle proprie esperienze personali. Nella seconda parte verrà restituita una sintesi della discussione e proposte al confronto le indicazioni utili al proseguimento del trattamento.