Le dipendenze comportamentali in un mondo iperconnesso

È crescente l’attenzione e la preoccupazione da parte di molti clinici per quelle a quelle che vengono definite new addiction o dipendenze senza  sostanze. Internet, il lavoro, il sesso, lo smartphone, il gioco d’azzardo, gli acquisti, le relazioni sentimentali ed addirittura l’attività fisica rischiano infatti per molti soggetti di assumere i contorni delle note forme di dipendenza da sostanze con costi sociali ed individuali del tutto simili. Il contenitore “addiction” sembra quindi allargarsi sempre più e, stando a quanto osserva Stanton Peele («la dipendenza può scaturire da qualunque potente esperienza»), presentarsi come potenzialmente infinito. Ma come è possibile che in assenza di una sostanza si sviluppi una addiction patologica?  Quali sono i soggetti a rischio, quale è la diffusione e come intervenire?  Sono alcune delle domande alle quali cercherà di rispondere questo congresso che vede la partecipazione di clinici e studiosi.

L’intervento intende richiamare l’attenzione su quella che David Buckingham ha definito la “Bigger Picture” in relazione al rapporto tra i media e i soggetti. Tale richiama comporta di non restringere l’attenzione al controllo dell’uso degli strumenti, ma di considerare il quadro complessivo delle relazioni tra individui e dispositivi nell’ecosistema postdigitale.
Nello specifico, nella prima parte dell’intervento si fornirà un quadro conoscitivo della realtà postdigitale, mentre nella seconda parte si porterà l’attenzione sui metodi dell’intervento educativo nell’ottica della prevenzione.

L'impatto dei dispositivi come smartphone, tablet e console sullo sviluppo neuro-cognitivo è ormai al centro di numerose ricerche che indicano come l’uso frequente dei nuovi device possa portare a comportamenti problematici o dipendenza. I giovani sono particolarmente suscettibili agli stimoli dei device a causa di una soglia di stimolazione più bassa e di un sistema di rinforzo più attivo. Quando sperimentiamo gratificazione fisica o psicologica, il nostro cervello rilascia dopamina, una sostanza che induce piacere. Se il sistema di rinforzo viene costantemente stimolato, si crea un circolo vizioso che porta alla dipendenza. I device forniscono rinforzi continui e diversi rispetto alla vita offline, dove i rinforzi sono graduati nel tempo. Questo influisce sull'attenzione e sulla capacità di concentrazione, oltre a creare una crescente ricerca di ricompense immediate e abitudini di dipendenza. E’ perciò importante proporre, sin dall’infanzia, giochi concreti e sottolineare l'importanza delle esperienze dirette e delle interazioni sociali.

L’internet addiction rappresenta una tipologia di uso impulsivo-compulsivo della Rete, in cui il soggetto trova rifugio da un malessere emotivo insostenibile. Nel seminario, il relatore sottolineerà le caratteristiche neurobiologie e le dimensioni mentali implicate in questo tipo di addiction, e fornirà suggerimenti per interventi bottom-up focalizzati  alla regolazione degli affetti e alla gestione dei comportamenti di dipendenza da internet.

L'intervento illustrerà brevemente il concetto di dipendenza da esercizio fisico e di dipendenza da lavoro, utilizzando il modello delle componenti della dipendenza. Esaminerà i vari miti, i dibattiti e le controversie riguardanti queste due dipendenze, per capire se queste "dipendenze rispettabili" esistono davvero. Sulla base delle mie ricerche in queste aree, l'intervento esaminerà anche come queste due dipendenze differiscano fondamentalmente dalla maggior parte delle altre dipendenze comportamentali.

Clinicamente, la dipendenza deve essere definita come il fatto che il soggetto desidera ridurre o interrompere il consumo o il comportamento e non può farlo senza aiuto.

Oggi possiamo considerare che il campo delle dipendenze è potenzialmente molto ampio, e che non solo il gioco d'azzardo eccessivo deve già farne parte, ma anche le dipendenze sessuali, la pratica dei giochi in rete e altro ancora. In questa prospettiva, le dipendenze da sostanze (alcolismo, tossicodipendenza, ecc.) costituiscono un sottogruppo non trascurabile, e buona parte delle elaborazioni teoriche fatte a partire dalla clinica di uno di questi campi può essere applicata agli altri.

Le dipendenze possono essere viste come comportamenti "di evasione", di rifugio e di fuga dalle difficoltà, come nel caso di molte teorie sull'alcolismo. Al contrario, possono essere viste come comportamenti di rischio attivi e trasgressivi, come nel caso della dipendenza da "droghe pesanti", che ci ha portato a proporre la nozione di "comportamento ordalico", una prova autoimposta paragonabile a un giudizio di Dio.

È possibile classificare le dipendenze in base alla maggiore o minore importanza di questa dimensione dell'assunzione di rischio. Ma è anche possibile vedere che le due dimensioni - rifugio e rassicurazione da un lato, assunzione di rischi e ricerca di avventure dall'altro - sono generalmente presenti contemporaneamente nella stessa persona, come un "disaccoppiamento" tra due dimensioni esistenziali che dovrebbero essere equilibrate.

Questa prospettiva fa luce su alcune particolarità del gioco d'azzardo e delle "nuove dipendenze", come la pratica dei giochi in rete o alcune forme di dipendenza sessuale.

Per decenni il gioco eccessivo è stato un argomento molto dibattuto da psicopatologi e teorici per costruire una nuova dipendenza. Per quanto stimolanti, queste considerazioni sono cresciute e si sono allontanate rapidamente dal loro scopo e fondamento originario, ovvero il terreno clinico, impoverendo la comprensione multipla di un comportamento trascurato e limitando la visualizzazione di strumenti adeguati per ogni situazione clinica unica. Attraverso un prisma clinico, mostreremo punti di vista e opzioni di trattamento variabili per il lavoro clinico.

Diventa sempre più evidente che un approccio di genere alla ricerca, alla prevenzione e al trattamento è estremamente rilevante per ottenere una migliore comprensione ed essere più capaci di rispondere agli aspetti specifici delle dipendenze comportamentali femminili.

La letteratura e gli studi sulle donne, sul gioco d'azzardo e sulle altre dipendenze comportamentali sono scarsi, sia in Europa che nel mondo. I dati esistenti spesso non sono specifici per la popolazione femminile, ma sono dedotti principalmente da campioni maschili. Tuttavia, sempre più donne sono affette da gioco d'azzardo patologico e altre dipendenze non legate alla sostanza, anche se raramente chiedono aiuto: quindi, con pochi dati specifici, non è facile avere una ricerca dedicata e la comprensione delle peculiarità di questa popolazione invisibile.

A causa del ruolo cruciale nella famiglia e nella società, i comportamenti di dipendenza delle donne possono avere un profondo impatto sulla loro vita sociale e personale. Un punto chiave, al di là della questione della vergogna, è che le donne spesso incontrano grandi difficoltà nel trovare servizi di cura adeguati. La maggior parte delle cliniche non è "women friendly" e molto raramente offre approcci terapeutici e strategie di prevenzione specifici per le donne.

Ecco perché è così importante imparare dalle nostre esperienze di ricercatori e clinici, condividendo dati da tutto il mondo per arricchire la nostra comprensione di questi problemi. Questo è lo scopo del nostro nuovo libro "La dipendenza comportamentale nelle donne: una prospettiva femminile internazionale sul trattamento e la ricerca", F. Prever, G. Blicker e L. Brandt, che raccoglie contributi transculturali per confrontare, discutere e migliorare la ricerca e il trattamento per le donne per conto delle quali stiamo lavorando.

Lo scopo dell’intervento è quello di presentare l’assessment e il trattamento in psicoterapia della Dipendenza Affettiva. In particolare, i temi trattati saranno i seguenti:

1. Definizione del costrutto di Dipendenza Affettiva e differenziazione da altri costrutti.

2. Valutazione della Dipendenza Affettiva.

3. Protocollo di intervento secondo l’approccio cognitivo-comportamentale.

4. Tecniche di intervento sugli aspetti personologici sottostanti alla dipendenza (tecniche esperienziali e drammaturgiche).

Un’opportunità per esplorare questa condizione complessa, promuovendo la consapevolezza e offrendo strumenti pratici per affrontarla e promuovere una maggiore comprensione di questa tematica.