Convegno Internazionale sulla Psiconcologia

Con Marco Bellani.

Dopo uno sviluppo alquanto difficoltoso, la Psico-oncologia prende corpo a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, diversificandosi attraverso specifici contributi di ricerca e interventi assistenziali fino a costituirsi, più recentemente, come disciplina autonoma in Europa e nel mondo. 

In Italia l’interesse e il relativo sviluppo si evidenziano a partire dagli anni ’70 e si concretizzano con la fondazione a Milano, nel 1985, della Società Italiana di Psico-Oncologia (SIPO). 

Dopo avere passato in rassegna le tappe costitutive della Psico-Oncologia ed i principali progressi scientifici conseguiti, una speciale attenzione sarà dedicata ad alcune criticità che si ripercuotono sull’assistenza alle persone malate e ai loro familiari, quali la diffusione della Psico-Oncologia, i criteri formativi dell’area e il suo riconoscimento all’interno del Sistema Sanitario Nazionale. 

Con Anna Costantini.

La comunicazione medico paziente costituisce un'abilità centrale in oncologia e di fatto uno dei compiti più frequenti per un clinico. L'importanza di tale area è stata di recente sottolineata da numerose iniziative negli USA ad esempio dal National Cancer Institute, dall'ASCO, dal National Comprehensive Cancer Network e dall'Institute of Medicine. Diversi Paesi europei hanno sviluppato programmi formativi specifici per medici ed infermieri che iniziano a lavorare in strutture oncologiche. Nonostante l'importanza ed i benefici misurabili di una buona capacità di comunicare su argomenti critici molti medici di fatto non hanno adeguate abilità comunicative dal momento che l'Università non prevede un insegnamento a riguardo. La lezione frontale avrà l'obiettivo di fare il punto sul tema della comunicazioni di cattive notizie in oncologia, con particolare attenzione a temi inerenti la fase avanzata e terminale di malattia, le possibilità formative, il contributo specifico dello psiconcologo nel processo di comunicazione con il paziente con cancro e con la sua famiglia sia da un punto di vista clinico che di formazione del personale sanitario. Ampio spazio sarà dato alla discussione di casi clinici difficili.

Con Marco Pagani.

L'esposizione a una malattia potenzialmente letale come il cancro può costituire un'esperienza traumatica che, in alcuni casi, porta allo sviluppo di un disturbo post-traumatico da stress (PTSD). Negli ultimi anni, diversi studi hanno esaminato questa sindrome nei pazienti con cancro, ma pochi si sono concentrati sulla neurobiologia sottostante. Le strutture cerebrali che hanno un ruolo nella comparsa del PTSD in psico-oncologia sembrano essere le stesse coinvolte nel PTSD non oncologico. Lo scopo di questa presentazione è di rivedere brevemente la letteratura attuale sulla neurobiologia del PTSD nelle malattie oncologiche e di rivelare come l'EMDR sia risultato efficace in questo disturbo. I nostri risultati possono avere importanti implicazioni a livello clinico, suggerendo che le psicoterapie che si sono rivelate efficaci per il trattamento del PTSD in diverse popolazioni possono essere offerte anche ai pazienti con sintomi post-traumatici indotti dal cancro.

Con Cesare Maffei e Paola Pazzano.

La DBT nasce per il trattamento di pazienti con gravi disturbi di personalità il cui problema principale è la mancanza di strategie adeguate a regolare emozioni negative estremamente intense, ricorrendo invece a comportamenti disfunzionali, spesso autolesivi, arrivando anche al suicidio. La DBT aiuta questi pazienti a sviluppare invece comportamenti capaci di rendere la vita “degna di essere vissuta” anche in condizioni di grave e cronica sofferenza emotiva.  

Il punto di contatto tra la sofferenza dei pazienti con gravi disturbi della personalità e quella dei pazienti che soffrono di cancro è quindi la grave sofferenza emozionale che nasce dal timore, se non dalla certezza, di essere sconfitti da un nemico invincibile.  

Vi sono alcune abilità dello skills-training della DBT che appaiono di particolare utilità per i pazienti oncologici tra cui la Mindfulness, che aiuta a rimanere in contatto con la realtà presente, in funzione della limitazione di pensieri ed emozioni problematiche rivolti al futuro e ad una visione soltanto negativa di esso. 

Vi è poi la tolleranza della sofferenza, che aiuta ad ‘accettare l’inaccettabile’ ed a sviluppare un sentimento di compassione nei propri confronti, e nei confronti degli altri, contribuendo a dare un valore alla sofferenza.  

Un' altra abilità è la regolazione delle emozioni, che, se troppo intense, possono interferire con la capacità di mettere in atto comportamenti efficaci.  

Con Elizabeth Cohn Stuntz.

Elizabeth Cohn Stuntz offrirà strumenti pratici per gestire le sfide del cancro. La Stuntz è coautrice di un libro sull'affrontare il cancro insieme a Marsha Linehan, le cui abilità della Terapia Dialettica del Comportamento (DBT) si sono dimostrate efficaci nell'affrontare le sfide della vita. L'autrice utilizzerà le competenze della DBT, la saggezza dello Zen, le neuroscienze e la psicoanalisi, presentando strategie per:

- Prendere decisioni costruttive

- tollerare l'angoscia

- Gestire emozioni forti senza essere sopraffatti

- Essere fiduciosi senza essere negati

Con Eleonora Campolmi e Lindita Prendi.

Verrà descritto l’intervento psicologico in ambito oncologico per quanto concerne le reazioni emotivo-psicologiche disfunzionali della persona interessata dalla malattia e del sistema familiare.

La psicoterapia breve strategica si inserisce integrando l’assessment psiconcologico con interventi mirati, basati su logiche e strattagemmi specifici che hanno la finalità di interrompere le strategie di coping disadattive e offrire risposte terapeutiche efficaci ed efficienti. L’intervento psicologico è diversificato in base all’obiettivo da raggiungere, alla realtà clinica e soggettiva del paziente, per promuovere il migliore equilibrio emotivo-psicologico possibile.

Con Antonella Granieri.

Quando malattia e lavoro si incontrano: il ruolo della psicologia clinica nella presa in carico del paziente con mesotelioma maligno e della sua famiglia Abstract Vivere in un Sito Contaminato, in continuo contatto con la malattia, la morte e la possibilità di ammalarsi in prima persona, ha un forte impatto sull’equilibrio somato-psichico di tutta la comunità esposta e può portare alla manifestazione clinica di aspetti psicopatologici. L’esperienza vissuta dalla popolazione di Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, appare paradigmatica nel rappresentare duramente il trauma vissuto quando lavoro e malattia si incontrano: l’attività svolta dalla fabbrica Eternit ha infatti da un lato garantito per decenni sostentamento alla comunità, dall’altro ha portato a inquinamento e morte a causa dell’esposizione lavorativa e ambientale ad amianto. L’attività di ricerca-intervento svolta a Casale Monferrato a partire dal 2006 mi ha permesso di mettere a fuoco come l’approccio psicoanalitico consenta di esplorare la relazione tra benessere psichico e qualità dell’ambiente in cui si vive, e di prestare attenzione alle dimensioni sia individuali sia collettive della catastrofe socio-ambientale. È stato così possibile progettare e realizzare un modello di intervento di psicoterapia psicoanalitica gruppale breve (Brief Psychoanalytic Group – BPG) rivolto ai malati di mesotelioma maligno e ai loro familiari nei primi mesi che seguono la diagnosi, così da avviare trasformazioni nella direzione di modalità di interazione più sane a livello intrapsichico, interpersonale e comunitario.

Con Luca Ostacoli.

Con Megan Boardman.

L'EMDR è un metodo che può essere strutturato anche nel trattamento dei pazienti oncologici. È stato infatti dimostrato che può ridurre i sintomi di ansia, depressione e PTSD nei pazienti in trattamento e in remissione.
In questo intervento verrà descritto come adattare il protocollo in 8 fasi ai pazienti oncologici; come utilizzare gli strumenti di stimolazione bilaterale; come riconoscere, diagnosticare e trattare i traumi dovuti alla diagnosi e al trattamento della malattia oncologica; discutere l'efficacia dell'uso dell'EMDR per il trattamento dei traumi nei pazienti affetti e sopravvissuti alla malattia; analizzare le doppie diagnosi che colpiscono i pazienti, tra cui ansia e depressione, e come affrontarle con l'EMDR; individuare l'importanza delle risorse del paziente che sono necessarie durante la cura e dopo il trattamento.

Con Luigi Grassi.

Con Antonella Guido.

L’età pediatrica è caratterizzata da una estrema variabilità tra le varie fasi dello sviluppo, in cui grande peso assumono i cambiamenti biologici combinati con l’ambiente sociale. Occuparsi di cura in ambito pediatrico vuol dire, quindi, porre attenzione ai bisogni e alle specifiche esigenze dello sviluppo emotivo e cognitivo del piccolo paziente. La diagnosi di malattia oncologica in età pediatrica ha, inevitabilmente, un grande impatto sullo sviluppo globale del bambino e dell’adolescente, risultando un evento potenzialmente traumatico. Le reazioni e le problematiche ad essa connesse coinvolgono la persona su vari livelli - corporeo, emotivo, cognitivo, comportamentale, relazionale e comportano dolore, paura, angoscia, senso di isolamento, perdita della quotidianità e variazioni nella progettualità di vita, investendo anche l’equilibrio familiare che risulta, solitamente, gravemente compromesso. L’impatto di una diagnosi di malattia cronico/mortale sul caregiver può provocare sequele e, talvolta, sintomatologia psicopatologica. In linea con gli Standard Europei per la cura dei bambini stabiliti dalla SIOPE (2009), con le linee di indirizzo del Comitato Intersocietario SIPO-AIEOP e con la Carta dei Diritti del Bambino in Ospedale, l’intervento psicologico rivolto al Paziente Oncologico Pediatrico, opera all’interno di un modello di presa in carico globale del paziente e di tutto il nucleo familiare con un approccio bio-psico-sociale e multidisciplinare integrato. La presenza giornaliera dello psicologo in reparto, permette di instaurare relazioni significative con bambino e genitori, che facilitano la comprensione della malattia nella sua complessità e di formulare una richiesta di aiuto, esplicita o implicita, di fronte alle difficoltà pratiche, organizzative, relazionali ed emotive che si possono presentare. Oltre alla presa in carico psicologica del paziente e di tutto il nucleo familiare, un’area di intervento è quella volta a promuovere una buona qualità di vita del paziente durante il percorso terapeutico. La terapia ricreativa e i progetti attivati durante il ricovero e nella fase riabilitativa del follow up hanno pertanto l’obiettivo di promuovere benessere e attivare risorse che possano ammortizzare l’impatto traumatico della diagnosi e del percorso clinico complesso che richiede.

Con Marco Gonella.

La valutazione psicofisiologica attraverso il biofeedback può aiutare lo psicologo clinico di formazione psicoanalitica nell'assessment e nel trattamento dei pazienti oncologici e dei loro caregiver, aumentando la consapevolezza delle loro risorse e delle loro "fragilità psicosomatiche". Il biofeedback training può offrire sollievo ai malati di cancro e ai loro caregiver, fornendo loro nuove abilità nella regolazione emotiva. Questa applicazione potrebbe anche essere efficace per valutare l'esito dei trattamenti psicologici.

Con Stefania Tocchini.

Nella pratica clinica i pazienti oncologici oltre a lamentare una sintomatologia ansiosa e depressiva, riferiscono un decalage di tipo neuro cognitivo, talvolta globale talvolta circoscritto ai domini dell’attenzione , della memoria, del linguaggio o delle abilità esecutive. La valutazione neuropsicologica permette di individuare in modo quantitativo la presenza di tali deficit, di differenziare se tali difficoltà sono secondarie allo stato ansioso e/o depressivo e di impostare un piano riabilitativo affinchè il paziente possa riprendere in maniera consapevole ed efficace le attività dello stato premorboso.  Questa l’idea di base del progetto anocra in corso dal titolo “Chemiocim”. Si tratta di uno studio clinico, controllato, randomizzato, in aperto e multicentric per valutare e confrontare l’efficacia del trattamento complementare con Medicinali Omeopatici e Agopuntura/Auricoloterapia addizionali e Riabilitazione Cognitiva e Consigli Nutrizionali.  

Altro fondamentale apporto della neuropsicologia in ambito oncologico riguarda gli interventi di awake surgery: i pazienti con gliomi a basso grado e con sede nelle aree del linguaggio vengono operati da svegli al fine di ridurre i deficit linguistici. La procedura di asportazione della lesione coinvolge anche la figura del neuropsicologo che, attraverso una valutazione pre-operatoria, stabilisce l’eleggibilità del paziente all’intervento  e continua all’interno della sala operatoria per l’individuazione, insieme al neurochirurgo, delle aree sensibili. 

Con Ketti Mazzocco.

Con Francesco Rovetto.

Il lutto è un processo complesso che non si manifesta solo dopo la morte di un congiunto. La comunicazione di diagnosi infausta, il progressivo decadimento, i segni precedenti il distacco, possono manifestarsi con modalità e sintomi che sarà utile approfondire.